UNEM: “LA COMMISSIONE UE APRA UN DIALOGO STRATEGICO
ANCHE PER I SETTORI DELLA RAFFINAZIONE E DELLA PETROLCHIMICA”
Il Clean Industrial Deal e il collegato Action Plan for Affordable Energy varati dalla Commissione UE non sono sufficienti per garantire un processo equo e sostenibile verso il percorso della decarbonizzazione europea.
La Commissione ha confermato la propria preclusione verso il necessario riconoscimento strategico della raffinazione e della petrolchimica che svolgono un ruolo cruciale nella transizione energetica e per la sicurezza degli approvvigionamenti. La raffinazione rimane essenziale nel garantire energia per i trasporti e materie prime per l’industria chimica, due comparti individuati dalla stessa Commissione come strategici.
È quanto UNEM scriveva lo scorso marzo in una lettera inviata al Governo italiano e che oggi viene ribadito nella lettera-appello firmata da amministratori delegati e dirigenti di 19 tra le principali aziende energetiche europee, ed inviata alla Presidente Ursula von der Leyen, nella quale si richiama l’urgenza di includere anche la raffinazione e la petrolchimica nell’attuazione del “Piano d’Azione per l’Industria Chimica” e del “Clean Industrial Deal”.
Le raffinerie rappresentano un pilastro nei cluster industriali europei: forniscono il 97% dell’energia utilizzata nei trasporti e circa il 50% delle materie prime per l’industria chimica. Operano in circa 20 cluster strategici integrati con impianti petrolchimici e affrontano sfide strutturali simili a quelle dell’industria chimica: costi energetici e della CO₂ elevati, quadro normativo complesso, domanda interna debole e concorrenza globale favorita da minori oneri regolatori.
Dal 2009, una raffineria su quattro in Europa è stata chiusa o riconvertita, con una riduzione della capacità produttiva di circa il 20%. In assenza di un contesto favorevole agli investimenti per la transizione a basse emissioni e coerente con un’economia circolare, l’Europa rischia di contrarre ulteriormente la propria capacità produttiva aumentando la dipendenza dalle importazioni di materie prime energetiche e chimiche, spesso provenienti da paesi extra europei con standard ambientali significativamente meno restrittivi.
“Le aziende del settore chimico, della raffinazione e della petrolchimica devono prepararsi a partecipare sin da subito alle iniziative congiunte decise a livello europeo – ha sottolineato Gianni Murano, presidente UNEM. La sicurezza energetica europea e il potenziale di decarbonizzazione della raffinazione vanno sostenuti senza preclusioni ideologiche. Per questo – ha concluso – condividiamo e sosteniamo la richiesta dell’industria europea di avviare un “Dialogo Strategico per i settori della raffinazione e della petrolchimica” presso la Commissione UE e gli Stati Membri, al fine di includere pienamente questi comparti nelle politiche strategiche europee”.